Carnitina: va assunta prima o dopo allenamento?
La carnitina è una sostanza che il nostro stesso organismo produce in parte (25% del fabbisogno) e che per la quota rimanente (75%) dobbiamo reperire da fonti alimentari. Gli alimenti che la contengono sono prevalentemente di origine animale (carne rossa, pesce, latte e derivati), mentre nei vegetali tale sostanza è presente solo in tracce.
La sua funzione fisiologica nell’organismo è legata principalmente al trasporto degli acidi grassi all’interno delle cellule, dove vengono bruciati per ricavarne energia. Fra le sue azioni fisiologiche, anche la prevenzione dell’accumulo di acidi grassi e di conseguenza la protezione dalla formazione di specie radicaliche nocive per la cellula.
Carnitina e sport
La carnitina è una proteina che viene sintetizzata anche nell’organismo umano e che si accumula prevalentemente nei muscoli, sia in quelli scheletrici che nel muscolo cardiaco. La distribuzione all’interno dei diversi tessuti è alla base del suo nome, che deriva dal latino caro, carnis (carne).
Dal momento che la quantità di carnitina che viene prodotta dall’organismo è il 25% circa del fabbisogno nutrizionale, va da sé che dobbiamo apportare la quota residua (75%) con l’alimentazione. I cibi che ne contengono in maggiore quantità sono i derivati animali, soprattutto la carne rossa (manzo, maiale), un po’ meno la carne bianca (pollo, tacchino) e il pesce. Quantità notevolmente inferiori caratterizzano i vegetali: quelli che ne contengono di più sono cetrioli, cavolfiori, carote e avocado.
La carnitina è un fattore essenziale per il trasporto degli acidi grassi provenienti dall’alimentazione e assorbiti nel sangue attraverso la parete intestinale all’interno delle cellule. Lì questi substrati energetici vengono ossidati per produrre energia. Il surplus di energia liberata dalla reazione di combustione viene accumulata sotto forma di energia chimica all’interno di molecole di ATP (adenosina trifosfato). L’ATP si comporta come una batteria: raccoglie energia per liberarla al momento del bisogno. (1)
Questa reazione è importante per almeno due ragioni. La prima consiste nella produzione di energia, mentre la seconda nel fatto che essa evita che rimangano in circolazione eccessive quantità di acidi grassi che potrebbero essere coinvolti nella produzione di sostanze tossiche per la cellula, le specie reattive dell’ossigeno (ROS).
Al fine di contrastare la fatica che segue la pratica sportiva, è necessario idratarsi a sufficienza. Poiché spesso ci accorgiamo in ritardo di essere disidratati, gli esperti raccomandano di bere senza attendere lo stimolo della sete. Una dieta varia ed equilibrata, inoltre, permette di reperire tutti i nutrienti necessari a colmare il fabbisogno e, laddove vi sono delle carenze, è possibile ricorrere agli integratori.
È anche, e soprattutto, importante praticare sport senza andare troppo oltre i propri limiti. Se è vero che è sempre necessario spingersi un po’ più in là per mantenere il fisico allenato, è altrettanto vero che bisogna conoscersi a fondo per poterlo fare. Capire quando è il momento di smettere, ad esempio, e in caso di stop forzato non lasciarsi demotivare da un recupero lungo.
Lo sport, fin dall’antichità, è uno strumento di conoscenza di sé, di sfida nei confronti dei propri limiti e rispetto ad altri individui, una modalità utile a ingaggiare competizioni sane che mettono alla prova le proprie capacità e spingono al miglioramento continuo. Dall’altro lato, l’equilibrio del benessere fisico e mentale è molto delicato e occorre prestare molta attenzione per preservarlo.
(1) N. Longo et al. Carnitine transport and fatty acid oxidation. Biochimica et Biophysica Acta BBA. (2016) https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0167488916300131?via%3Dihub
(2) R. Fielding et al. l-Carnitine Supplementation in Recovery after Exercise. Nutrients. (2018) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5872767/